Monti Invisibili

Cammino di San Francesco

Poggio Bustone - Greccio

Quota 818 m

Data 17 dicembre 2017

Sentiero segnato

Dislivello in salita 397 m

Dislivello in discesa 581 m

Distanza 23,39 km

Tempo totale 6:47 h

Tempo di marcia 6 h

Descrizione Dal Convento di San Giacomo di Poggio Bustone (818 m) per la Sorgente di Santa Susanna (380 m, +1,52 h), la Quercia di San Nicola (404 m, +1,10 h), la Villa romana di Quinto Assio (404 m) e la vicina cisterna, il borgo abbandonato di Reopasto (381 m, +1,20 h) e il Santuario di Greccio (633 m, +1,37 h). Piacevole cammino per lo più su carrarecce e tratturi.

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Traccia GPS

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048 Santuario di Greccio

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046 Santuario di Greccio

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044 Greccio

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042 Reopasto

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040 Reopasto

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039 Reopasto

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038 Reopasto

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036 Reopasto

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035 Attraversamento Fiume Velino

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034 Verso Reopasto

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033 Canale di Santa Susanna

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032 Villa romana Quinto Assio

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030 Villa romana Quinto Assio

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029 Quercia di San Nicola

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028 Quercia di San Nicola

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026 Verso Villa romana

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025 Edicola Regina Pacis

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024 Verso Villa romana

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022 Verso Villa romana

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021 Verso Villa romana

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019 Sorgente di Santa Susanna

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017 Verso Sorgente di Santa Susanna

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016 Poggio Bustone

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015 Verso Sorgente di Santa Susanna

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013 Verso Sorgente di Santa Susanna

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012 Verso Sorgente di Santa Susanna

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010 Poggio Bustone

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008 Poggio Bustone

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007 Il tosatore

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005 Poggio Bustone

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004 Convento di San Giacomo

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003 Convento di San Giacomo

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002 Convento di San Giacomo

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Cammino di San Francesco, Poggio Bustone – Greccio, 17 dicembre 2017. È nato prima il pellegrinaggio o prima il cammino, inteso uno come percorso di penitenza e di devozione e l'altro come spostamento di necessità o piacere?

Difficile scindere i due aspetti, perché nell’uomo la ricerca del trascendente ha da sempre percorso strade diverse e durante i lunghi viaggi di caccia e di raccolta si deve essere accorto ben presto di come il cammino induca la meditazione e favorisca la congiunzione fra il profano e il sacro: quasi che a calcare a lungo il terreno si trovi la strada per il cielo. E in effetti la stessa parola latina peregrinus fa riferimento a per agra, attraverso i territori, cioè a chi abbandona la casa e si mette in cammino divenendo straniero in terre sconosciute.

E in questo necessario incontro fra l’intimo io e l’eterno infinito, accolgo con piacere l’invito del Gruppo Scout Roma 22 a fungere nuovamente da guida esterna per i ragazzi del noviziato, da condurre questa volta sulle orme di San Francesco (patrono dei lupetti) dal Convento di San Giacomo a Greccio, attraversando nel periodo più acconcio quella che viene definita la Valle del Primo Presepe. Perché proprio qui, nel centro geografico d’Italia, nel 1223 San Francesco realizzò la prima natività vivente della storia del cristianesimo.

Sotto una neve lieve che promette sereno, la statua di Lucio Battisti mi accoglie nella sua Poggio Bustone, insieme al capo scout Serena e ai novizi rover Andrea, Federico, Irene e Maria.

Dopo averli ammoniti che, come al solito, non siamo qui per divertirci, immersi in un cielo che già rivela una fredda e limpida giornata, siamo in cammino nei diruti sobborghi del paese verso la Valle Santa reatina, accompagnati da vette incappucciate di bianco e da gialle foglie d’autunno che resistono al gelo su rami scheletrici.

Il cammino procede agile, in un alternarsi di carrarecce e tratturi, sempre ottimamente segnati, che tagliano e lambiscono un sereno ambiente agricolo.

Il sole scalda già le nostre membra quando approdiamo alla Sorgente di Santa Susanna, sulle cui limpide acque due cigni che sembrano sospesi nel vuoto sono di guardia a un suggestivo presepe sommerso.

Riprendiamo il nostro semplice cammino e siamo alla grande Quercia di San Nicola, albero monumentale che con il suo aspetto maestoso presidia le rovine della villa romana del console Quinto Assio.

Il lungo argine del Canale di Santa Susanna riempie gli scarponi di fango, così come il periglioso superamento di un cantiere per un ponte crollato.

Un altro ponte, quello della strada statale, ci aiuta a oltrepassare in uno stretto camminamento anche il Fiume Velino, conducendoci così in breve al borgo abbandonato di Reopasto, dove nel tiepido sole della stagione consumiamo il pasto sotto l’attonita facciata della Chiesa di Sant’Andrea. Due passi per le dirute mura, c’intrufoliamo negli edifici: l’altare, una teca, alcune damigiane, il copertone di una bici: tutto immobile da almeno cinquant’anni.

Finalmente un sentiero nel bosco ci accompagna nell’ultima ora di salita verso Greccio e dopo tante ore di cammino in solitudine nel silenzio campestre, ci accoglie la natalizia folla del Santuario.

C’intruppiamo anche noi fra le strette mura per vedere dove San Francesco inventò il presepe, la sua cella e l’immancabile negozio di souvenir; ma noi abbiamo qualcosa in più: ci siamo arrivati a piedi, in un pellegrinaggio dell’anima e del corpo che, come hanno da sempre riconosciuto tutti i fratelli di cammino, ci ha reso diversi, con un corpo più dolorante e un’anima più lieta.