Monti Invisibili
Veio Bagni della Regina
Quota 132 m
Data 11 maggio 2019
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 258+80 m
Distanza 51,53+4,73 km
Tempo totale 3+1 h
Cartografia Carta escursionistica Parco di Veio
Descrizione In bicicletta dalla stazione Appiano della linea ferroviaria FL3 (68 m) lungo la ciclabile sopra detta linea per la stazione Monte Mario (126 m), la Via Trionfale, la Via Cassia, Isola Farnese, Via Prato della Corte e il ponte sul Torrente Cremera o Valchetta (18,21 km, 44 m, +1 h). Poi a piedi per i Bagni della Regina (53 m, 15 min.), la Cittadella o Piazza d’Armi (107 m) e di nuovo il ponte (+45 min.). Ritorno in bicicletta per Prima Porta e la ciclabile nord del Tevere (33,32 km, +2 h).
016 La Cittadella
015 Verso La Cittadella
013 Verso La Cittadella
011 Bagni della Regina
010 Bagni della Regina
009 Bagni della Regina
008 Torrente Cremera
007 Torrente Cremera
006 Via Prato della Corte
005 Torrente Cremera
004 Ponte sul Cremera
003 Via Prato della Corte
002 Via Prato della Corte
001 Isola Farnese
Veio, Bagni della Regina, 11 maggio 2019. “In tempi come questi la fuga è l'unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”. Henry Laborit, Elogio della fuga.
E io sono diventato un maestro delle fughe: durante la pausa pranzo, mentre porto il cane e anche con la bici, fuggendo da casa all’alba.
Sulle pedivelle alle sei per un’altra microavventura. Lungo la piacevole ciclabile sulla ferrovia per Viterbo; poi continuo a stantuffare per una Via Trionfale e una Via Cassia ancora deserte, e nell’aria fine del mattino sono a Isola Farnese, nel cuore del Parco di Veio.
Sfioro la rupe che sorregge il borgo, dove già si aprono i segni di questo territorio che non è più Campagna romana ma già si stempera nella Tuscia. Via Prato della Corte, Via Monte dell’Ara, Via dell’Ara delle Rose: tanti toponimi rammentano l’origine prima etrusca e poi romana di un ambiente così vicino alla Capitale in termini di distanza, ma così lontano come suggestioni.
Quante volte mi ci sono inoltrato con la bici fin dai primi anni ’90, non sapendo dove mai sarei arrivato; scoprendo esplorazione dopo esplorazione dove giungeva quella sterrata o quel sentiero. Avevo scovato uno stradario che copriva alcune aree fuori del Raccordo e mi sembrava di aver trovato una carta del tesoro. Ma prima si faceva esplorazione: ora con internet, smartphone e carte digitali, facciamo pianificazione.
Gli odori, i colori dei fiori, del fieno, dell’erba mi riempiono l’anima, depurandomi dai veleni di una settimana romana.
Al nuovo ponte sulla Via Francigena duro fatica a trovare un albero nascosto per il velocipede; poi mi avvio in rapido e fangoso cammino, fra guadi bagnati e folta vegetazione.
Abbandono la traccia e calo ripido nel Crèmera, dove il fiume diviene per me sentiero.
Ripide pareti, acqua al polpaccio, girini si accalcano nelle pozze di sole e un anatide mi sfiora inaspettato. Ecco le poche tracce di queste antiche terme, i Bagni della Regina: una grotta, squadramenti affioranti, resti murari: un ambiente di remota bellezza.
Torno sui miei acquosi passi, svuoto gli scarponi e risalgo un multircromatico prato di papaveri e seneci. Un paio di cinghiali saltano dal folto al mio incedere, sono alla Cittadella e in breve di nuovo sui pedali. Gli ultimi trenta chilometri mi riconducono a casa in tempo per le dieci del mattino e per andare a fare la spesa.