Monti Invisibili

Via Francigena La Storta – Roma San Pietro

Quota 160 m

Data 20 ottobre 2018

Sentiero segnato

Dislivello in salita 127 m

Dislivello in discesa 247 m

Distanza 19,46 km

Tempo totale 4:11 h

Tempo di marcia 4 h

Descrizione Da La Storta (160 m) per la Via Cassia, la Riserva Naturale dell'Insugherata (115, m, +1 h), la Via Trionfale (120 m, +1,10 h), la Riserva Naturale di Monte Mario (100 m, +42 min.), Via della Giuliana e Piazza San Pietro (19 m, +1,20 h). Percorso poco piacevole su strade trafficate in sede quasi sempre protetta intervallato dai piacevoli tratti nei due parchi.

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Traccia GPS

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023 Testimonium

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020 Cuore di Michelangelo

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019 Cuore di Michelangelo

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018 Piazza San Pietro

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017 Piazza San Pietro

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016 Parco di Monte Mario

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015 Parco di Monte Mario

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014 Parco di Monte Mario

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013 Parco di Monte Mario

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012 Via Trionfale Fontanile di Pio IX

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011 Via Trionfale Fontanile di Pio IX

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010 Via Trionfale

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009 Parco dell Insugherata

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008 Parco dell Insugherata

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007 Parco dell Insugherata

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006 Parco dell Insugherata

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005 Parco dell Insugherata

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004 Parco dell Insugherata

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003 La Giustiniana

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002 Via Cassia

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001 La Storta

Via Francigena, La Storta - Roma, 20 ottobre 2018. Ci approssimiamo al termine dell’ora legale ed è ancora buio quando con Andrea ci avviamo per l’ultima tappa della nostra Francigena: questi sette cammini che ci hanno portato ad attraversare, in varia compagnia, il territorio di Tuscia in tutte le stagioni dell’anno; in una varietà e ricchezza di colori che rende impossibile preferire un periodo all’altro: dai grigi e intimi toni invernali agli sfacciati rigogli primaverili, dagli abbacinanti riflessi estivi alle soffuse gradazione autunnali.

E questa ultima tappa – per traffico, sporcizia, confusione – si rivela la peggiore del nostro cammino: come sempre accade nel movimento lento, l’attraversamento delle città è quello che pone maggiori problemi, ma la pena è parte del pellegrinaggio.

Anche se, a onor del vero, anche questo tragitto viene poi rallegrato dalla quieta serenità di due polmoni verdi all’interno della città. Ma andiamo con ordine.

La prima ora di cammino se ne va fra sibili di automobili sullo stretto marciapiede della Strada Statale 2 Cassia. Valichiamo il Grande Raccordo Anulare e entriamo nei silenzi della Riserva Naturale dell’Insugherata, un corridoio verde che unisce due ampie zone urbanizzate a nord della Capitale.

Nelle brume del Fosso dell’Acqua Traversa i condomini fanno ancora capoccella per un po’ e poi scompaiono lasciandoci soli nella grande valle che si dipana a fianco della Macchia di Santo Spirito e che sembra impossibile sia a due ore di cammino dalla nostra meta.

La Via Trionfale ci riporta alla confusione del dì feriale, fra buste della spesa e automobili strombazzanti.

Un trancio di pizza ed eccoci di nuovo sui sentieri nella Riserva Naturale di Monte Mario. Gli affacci sulla Capitale di fanno sempre più prepotenti e inusuali fino a che dal belvedere sotto Monte Mario (l’antico Mons Gaudii per il giubilo provato dai pellegrini alla prima apparizione di Roma), anche per noi giunge la prima visione del Cupolone, meta di tante fatiche.

Iniziamo la discesa fra i pini marittimi e resta poi solo una camminata a passo lesto sui marciapiedi, cercando di schivare frotte crescenti di turisti.

Nell’abbraccio di Piazza San Pietro, facendoci largo tra la folla, tocchiamo finalmente l’obelisco.

Una preghiera è d’uopo, sarebbe bello entrare nella basilica, ma la chilometrica coda ce lo sconsiglia; senza contare che il metal detector mal digerirebbe il nostro coltello.

Ne bastano cento di chilometri per avere il Testimonium, il documento che certifica l’avvenuto pellegrinaggio a Roma devotionis causa, e noi ne abbiamo percorsi centosessanta.

Ci guadagnamo la preziosa pergamena e poi via a festeggiare con spaghetti con le vongole e un sigaro toscano, fantasticando già delle prossime tappe di questa nostra ingarbugliata Francigena.

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