Monti Invisibili
Anello della Valle Suppentonia
Quota 230 m
Data 5 novembre 2021
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 326 m
Distanza 16,21 km
Tempo totale 5:24 h
Tempo di marcia 4:42 h
Cartografia Carta escursionistica Parco del Treja
Descrizione Da Nepi (219 m) con breve visita del borgo e poi per la Cascata dei Cavaterra, Porta Nica, il ponte sul Fosso della Massa (180 m, +30 min.), il sentiero segnato sulla destra orografica del fosso, il guado di quota 127 m (+40 min.), la Cascata del Picchio (138 m, +20 min.), di nuovo il guado (+13 min.), il ponte medievale sul Fosso del Ponte di Castello (114 m, +30 min.), la Basilica di Sant’Elia (155 m, +8 min.) con deviazione verso il santuario di Maria Santissima ad Rupes purtroppo sbarrato (+10 min. a/r), Castel Sant’Elia (210 m, +10 min.), di nuovo il ponte medievale (+10 min.), la Grotta della Madonna di Castelluccio (170 m, +10 min.), la Croce di Castel Sant’Elia (211 m, +8 min.), la Grotta Arnaro (210 m, +40 min.), la tagliata dei Cavoni (197 m, +30 min.), il ponte sul Fosso della Massa (180 m, +10 min.) e Nepi (+13 min.). Splendida avventura in ambiente selvaggio e ricco di storia su tracce relativamente agevoli e con qualche problema di orientamento.
049 I Cavoni
048 I Cavoni
046 I Cavoni
043 I Cavoni
043 I Cavoni
042 Nepi
041 Grotta Arnaro
039 Grotta Arnaro
037 Grotta Arnaro
036 Grotta Arnaro
035 Grotta Arnaro
034 Grotta Arnaro
033 Grotta Arnaro
032 Da Croce di Sant'Elia
031 Grotta della Madonna di Castelluccio
030 Valle Suppentonia
029 Valle Suppentonia
028 Valle Suppentonia
027 Castel Sant'Elia
026 Basilica di Sant'Elia
025 Ponte medievale
024 Verso Castel Sant'Elia
023 Cascata del Picchio
021 Cascata del Picchio
020 Cascata del Picchio
019 Cascata del Picchio
018 Verso la Cascata del Picchio
016 Secondo guado
013 Guado quota 127
012 Valle Suppentonia
010 Nepi
009 Valle Suppentonia
008 Valle Suppentonia
007 Valle Suppentonia
006 Valle Suppentonia
005 Ponte sul Fosso della Massa
004 Nepi Porta Nica
003 Nepi Cascata dei Cavaterra
002 Nepi Rocca dei Borgia
001 Nepi
Valle Suppentonia, 5 novembre 2021. Mi sembra che nel mio camminare io vada più che altro a caccia di emozioni, istintivo moto dell’animo che predispone a quello del corpo. Emozioni nuove, ma soprattutto emozioni già sperimentate, da assaporare ancora in una sorta di nostalgia del cammino che fu.
E giacché le emozioni più forti, al di fuori della famiglia, me le offrono la natura, la solitudine, il rapporto con il territorio, ecco che il cammino diviene un’esperienza emotiva, nel quale un colore, un’atmosfera, un odore, un pieno o un vuoto sono capaci di scatenare gioia, paura, stupore, tristezza, che si susseguono in un incedere che costruisce l’anima a ogni passo.
Cammino intenso e ricco di emozioni oggi, in quel magico e sprofondante territorio dell’Agro falisco che a nord di Nepi già si stempera nei cari sentori di Tuscia. E allora senza indugi, un rapido sguardo all’affascinante borgo nepesino e dalla Cascata dei Cavaterra ci caliamo nelle brume della Valle Suppentonia, toponimo locale dall’etimologia dubbia che indica quella lunga forra boscosa sub-nepet che giunge fin quasi sotto Civita Castellana, dove il Fosso del Ponte si getta nel Treja.
E come per tutte le forre etrusche e falische (padroni secolari di questo territorio) per quanto impervie, sono sempre divenute vie di collegamento e i sentieri che oggi percorriamo portano evidenti i segni degli interventi regolatori delle passate genti, in solchi, tracce, scavi e tagliate.
Una foresta nebbiosa ci accoglie nel suo umido abbraccio lungo le sommesse acque del Fosso della Massa. La traccia corteggia le rive, se ne allontana con splendide vedute del sovrastante borgo, poi improvvisa precipita di nuovo sul corso, per invitarci a un ardito doppio guado, ausiliato invero da scivolosi tronchi e malmesse corde.
Rive muscose e foglie autunnali ci conducono presto al cospetto della rombante Cascata del Picchio, in un ambiente primordiale e remoto che pare impossibile sia appena sotto il paese.
Il cammino, lungo e in parte incognito, diviene ora meno pervio, con punti scivolosi e strapiombanti che richiedono passo sicuro e sedere comunque che viene a conoscere la terra.
Eccoci infine al bel ponte medievale sotto Castel Sant’Elia, dove saliamo per ammirare l’omonima basilica (chiusa) il santuario di Maria Santissima ad Rupes (sbarrato) e, meno male, per gustare un panzerotto nel locale forno, con vista sull’autunnale e screziata valle dalle tufacee pareti a picco.
Ben rifocillati e sotto una tenue pioggerella ci rituffiamo nella forra per riemergere presto sull’altopiano dirimpetto. Il cammino di una comoda sterrata attraverso il Piano della Massa ci scorta ora alla cosiddetta Casa degli Americani, dove principiamo la ricerca della Grotta Arnaro, la cui etimologia incerta indicherebbe proprio luogo chiuso.
Incrociamo su un fangoso campo dissodato alla ricerca di un passaggio e come al solito troviamo rovi e spini. Ma ecco che si apre e in breve siamo al cospetto della misteriosa e poderosa grotta, che si dice sia stata abitata ininterrottamente dal paleolitico al secondo dopoguerra.
La caverna principale è tamponata da un muro con tanto di finestre e attorniata di altre cavità; all’interno i solchi che accoglievano travi e palificazioni, una scala marcia che darebbe accesso a una sorta di acquedotto, graffiti sulle pareti che sembrano alludere ai bombardamenti.
Con l’animo ricco di emozioni usciamo di nuovo nella luce del giorno per farci inghiottire però di nuovo nei fantastici Cavoni, mondo semisotteraneo scavato nel tufo che costituiva la celata rete di vie di comunicazioni falische ed etrusche e che fornisce l’intensa emozione di discendere nelle viscere della terra. In un paesaggio fiabesco spiccano le opere laterali per la canalizzazione delle acque e le nicchie apotropaiche.
Un viaggio fuori dal tempo oggi, usciamo dalla storia e riapprodiamo a Nepi che sono appena le tredici e sembra passata una giornata intera.