Monti Invisibili
Serra Sparvera
Quota 1.998 m
Data 10 giugno 2017
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.365 m
Distanza 24,08 km
Tempo totale 9:00 h
Tempo di marcia 7:16 h
Cartografia Il Lupo Genzana - Rotella
Descrizione Da Scanno (1.030 m) per il Ponte delle Scalelle (973 m), il Vallone di Iovana, il Fosso Malpasso, la Fonte Sparvera (1.701 m, +1,55 h), la Sella Sparvera (1.755 m, +7 min.), lo Stazzo Sparvera (1.699 m, +8 min.), Toppe Vurgo (1.911 m, +40 min.), la Sella Sparvera (+32 min.), la Serra Sparvera (1.998 m, +40 min.), il Valico le Croci (1.685 m, +32 min.), Jovana (1.256 m, +55 min.), Scanno (+1,30 h) e il parcheggio (+17 min.). Avvistati due cervi.
042 Scanno
040 Scanno
039 Scanno
037 Jovana San Lorenzo
035 Ranuncolo
034 Verso Jovana
033 Valico le Croci
032 Verso Valico le Croci
031 Verso Valico le Croci
030 Da Serra Sparvera
027 Verso Serra Sparvera
024 Monte Genzana
023 Da Toppe Vurgo
021 Toppe Vurgo
020 Verso Toppe Vurgo
019 Verso Toppe Vurgo
016 Stazzo Sparvera
015 Stazzo Sparvera
014 Sella Sparvera
013 Fonte Sparvera
012 Laghetto Sparvera
011 Verso Fosso Malpasso
010 Fosso Malpasso
007 I Giardini
005 Verso i Giardini
004 Vallone di Iovana
002 Ponte delle Scalelle
001 Scanno
Serra Sparvera, 10 giugno 2017; 391.602 m. È inutile girarci intorno: a me andare in montagna da solo piace molto.
Sì, è iniziato come una necessità, per la difficoltà di far coincidere i sempre più complessi reciproci impegni familiari e lavorativi, ma poi ci ho preso gusto e adesso, dopo qualche fortunoso sentiero condiviso, non vedo l’ora di riprendere in solitaria la via delle vette.
Unicamente il cammino solitario è capace infatti di donare quella perfetta comunione con la natura, quel tornare a esserne un elemento, che a ben vedere è il fine stesso delle mie passeggiate.
Ma il cammino solitario è anche un’avventura interiore intensa, dove l’assenza di parole e il contatto con l’ambiente sono capaci di farmi addentrare profondamente nel mio animo: un cammino fuori per camminare dentro.
Certo fin da piccini ci è stato ripetuto come un mantra che in montagna non si va da soli, e in effetti il grado di rischio aumenta considerevolmente. Ma ritengo che di pari passo aumentino anche prudenza e attenzione: da soli si ha normalmente una più alta percezione del rischio.
Ma forse durante il cammino solitario, in un bosco oscuro o su un’aerea cresta, i sensi si affinano, l’istinto si animalizza e dalla sintonia con la natura nasce un ritmo inconscio nel quale il percorso, i pericoli, le decisioni non sono più valutati consapevolmente dalla nostra mente, ma intuiti dal nostro animo parte del tutto.
Sono quindi da poco rintoccate le sette quando da Scanno scavalco il Ponte delle Scalelle e mi avvio solitario lungo l’ancora ombroso Vallone di Iovana. Lascio presto l’ampia carrareccia per un boscoso sentiero che alterna tratti rocciosi ad altri dove il cammino si fa ruscello.
Dopo la fertile conca de I Giardini il percorso si tuffa di nuovo nel bosco e risale a svolte la montagna prima d’infilarsi nello stretto passaggio del Fosso Malpasso. Una successione di amene vallette rasserena l’animo e invita alla riflessione, e giunge inaspettato un piccolo specchio lacustre che preannuncia la Fonte Sparvera.
Bagno un po’ di pane con dei pomodori e mi avvio alla vicina omonima sella, dove la Serra Sparvera già si eleva tondeggiante alla mia destra. Ma prima di affrontarne la ripida salita, scendo a dare un’occhiata allo Stazzo Sparvera, dove scambio due chiacchiere con l’ottantacinquenne Graziano di Scanno, intento a fare orapi con un amico.
Un fiorito e profumato fuori sentiero mi porta ad affacciarmi dai 1.911 delle Toppe Vurgo, dove nonostante le nubi il panorama si staglia dalla Majella, al Marsicano, dall’Altopiano delle Cinquemiglia a un’onirica visione del Monte Greco e della Serra Rocca Chiarano.
Senza perdere quota volgo gli scarponi di nuovo verso la sella per attaccare la ripida ma rapida salita. Ai 1.998 metri della Serra Sparvera la vista si apre su Scanno e il suo lago e su una Montagna Grande che giunge da lontano e termina al Marsicano, in una selvaggia successione di vette e di valli che sembra non finire mai.
Alzo il braccio per acchiappare un virtuale duemila e poi il grande omino di vetta mi ospita per un breve pasto e un sigaro toscano, tra fiori colorati, insetti ronzanti e un panorama che accoglie l’anima più che la vista.
Rimuginando i miei solitari pensieri, impegno la placida cresta meridionale sotto un cielo plumbeo che mi scorta al Valico le Croci. A svolte scendo la costa della montagna e da Jovana è ormai solo una calda e noiosa carrareccia, verso i vicoli di Scanno e un boccale di bionda.