Monti Invisibili
Serra Leardi
Quota 2.083 m
Data 28 maggio 2016
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.090 m
Distanza 17,47 km
Tempo totale 7:21 h
Tempo di marcia 6:13 h
Cartografia Il Lupo Genzana - Rotella
Descrizione Da Frattura (1.307 m) per la Fonte delle Bregnere (1.551 m, +50 min.), l’Ovile Leardi (1.750 m, +30 min.), Serra Leardi (2.083 m, +1,22 h), Monte Genzana (2.170 m, +30 min.), Monte Rognone (2.089 m, +34 min.), La Forchetta (1.818 m), il Valico di Monte Cona (1.676 m, +1,08 h), Frattura Vecchia (1.128 m, +55 min.) e Frattura (+24 min.). Giornata serena ma calda e velata.
039 Fiume Sagittario
038 Frattura Vecchia
037 Frattura Vecchia
036 Frattura Vecchia
035 Frattura Vecchia
032 Frattura Vecchia
031 Frattura Vecchia
030 Frattura Vecchia
028 Verso La Forchetta
026 Monte Rognone
025 Castrovalva
024 Verso Monte Rognone
020 Monte Genzana
019 Stazzo verso Monte Genzana
017 Stazzo verso Monte Genzana
015 Serra Leardi
014 Serra Leardi e Genzana
012 Serra Leardi
011 Verso Serra Leardi
010 Verso Serra Leardi
009 Ovile Leardi
007 Ovile Leardi
004 Fonte delle Bregnere
002 Frattura e Lago di Scanno
001 Frattura
Serra Leardi, 28 maggio 2016. Insomma, perso lo scudetto di Grandissimo Appenninista col vecchio ordinamento e mancando poche vette per finire quello nuovo, ecco che mi tocca rimettermi a caccia di 2000. Iniziamo allora con la Serra Leardi, sparuta elevazione della lunga dorsale della Genzana, che annovera anche il monte omonimo e il Rognone.
Giornata calda oggi, e di blanda visibilità, quando con Alfredo e Fabio prendiamo a calcare la carrareccia che da Frattura taglia il brullo fianco della montagna. Scanno e il suo lago occhieggiano sul fondo della valle, intrappolati da una Montagna Grande paurosamente povera di neve.
Ai 1.551 metri della Fonte delle Bregnere ne abbiamo pieni gli zebedei di questa sterrata e, cercando di assecondare il passo di Fabio, ci arrampichiamo dritti su una traccia verso l’Ovile Leardi. Buste e coltelli sono pronti per uno sperato raccolto di orapi, ma questa arida primavera non ci regala nulla.
Riprendiamo a salire con lo sguardo che cerca di penetrare le foschie verso il gruppo del Marsicano, il Greco e la Serra Rocca Chiarano e anche verso le vette della Camosciara, che sorgono indistinte dietro al Ferroio di Scanno.
Fra scarse e già bruciate fioriture siamo in cresta, dove ci affaccendiamo alla ricerca della novella cima. La troviamo ai 2.083 metri di una sorta di scogliera, con vista sulla conca peligna e sulla lontana Majella ancora innevata nelle sue terre più alte.
Inusuali boschi autunnali e rugginosi si aprono su questo versante della montagna: le nuova fogliatura è stata bruciata dalle gelate di aprile e con questa carenza d’acqua chissà se i faggi avranno la forza per una nuova gemmatura.
Riprendiamo la carrareccia e siamo ai 2.170 metri del Monte Genzana, punto più elevato della nostra camminata. Una comoda passeggiata di quota fra erbe già riarse ci porta in breve ai 2.089 metri del Monte Rognone, con il piccolo borgo di Castrovalva, amato da Escher, appollaiato milleduecento metri più in basso.
Per la discesa puntiamo alla Forchetta ma fra una chiacchiera e l’altra perdiamo l’evidentissimo sentiero, impegnandoci in uno scomodo traverso. Dal Valico di Monte Cona un ripido percorso a svolte ci reca infine a Frattura Vecchia, distrutta dal terremoto del 1915. Fra le diroccate pietre una possente fontana ci disseta e poi mi avvio solitario a riprendere la vettura, lasciando gli altri due a riposare.
E lanciare finalmente il passo è il giusto riposo dopo questa camminata.