Monti Invisibili

Monte Petrella

Quota 1.533 m

Data 30 novembre 2019

Sentiero segnato

Dislivello 1.466 m

Distanza 29,43 km

Tempo totale 9:07 h

Tempo di marcia 7:57 h

Cartografia Il Lupo Monti Aurunci

Descrizione Dalla stazione di Formia in bus a Maranola (268 m) con attraversamento del piacevole borgo (+10 min.). Poi per il Rifugio Pornito (819 m, +1,25 h), l’Eremo di San Michele Arcangelo (1.160 m, +50 min.), Sella Sola (1.200 m), il Redentore (1.252 m, +17 min.), la Fontana di Canale (1.260 m, +55 min.), la Forcella di Fossa Juanna (1.380 m, +20 min.), Monte Petrella (1.533 m, +27 min.), Monte Campetelle (1.498 m, +18 min.), Monte Sant’Angelo (1.402 m, +16 min.), il Rifugio Pornito (+1,36 h) e Maranola (+1,23 h). Escursione impegnativa per distanza e dislivello ma senza problemi di orientamento sul territorio.

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Traccia GPS

07petrelladislivello
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039 Verso Maranola

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038 Il Redentore

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037 Verso il Redentore

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036 Da Monte Petrella

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035 Da Monte Petrella

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034 Da quota 1445

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033 Forcella di Fossa Juanna

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032 Forcella di Fossa Juanna

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031 Fontana di Canale

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030 Verso Monte Petrella

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029 Verso Monte Petrella

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028 Verso Monte Petrella

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027 Verso Monte Petrella

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025 Monte Altino

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024 Il Redentore

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023 Il Redentore

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022 Il Redentore

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020 Eremo di San Michele

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019 Eremo di San Michele

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017 Eremo di San Michele

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016 Eremo di San Michele

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015 Verso il Redentore

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014 Verso il Redentore

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013 Roccia Laolatra

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012 Rifugio Pornito

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011 Verso il Redentore

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010 Verso il Redentore

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009 Rifugio Pornito

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008 Rifugio Pornito

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007 Monte Altino

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006 Verso Rifugio Pornito mucche

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005 Verso Rifugio Pornito

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004 Il Redentore

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003 Maranola

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002 Maranola

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001 Orario bus Formia-Manarola

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001 Formia

Monte Petrella, 30 novembre 2019. Il treno solca la notte pontina, fra lampi di case al risveglio e riverberi di un mare che si avvicina. Ed è proprio il mare che caratterizza questi Monti Aurunci dove mi dirigo solitario a un anno di distanza. Un territorio selvaggio a ridosso delle acque dove il salmastro si stempera nei sentori appenninici.

Dalla ferrovia a un autobus e presto sono in cammino dal solatio borgo di Maranola su per la strada che conduce alle quote.

Fra fioriture mediterranee e fichi d’india, i colori dell’autunno ancora imperano in un passo mai monotono che taglia sovente le ampie curve della solitaria asfaltata. E più mi allontano dalla civiltà più l’animo si acquieta, divenendo tutt’uno con il mondo e la natura.

Pur vivendo in una tossica città, la maggior parte dei veleni ce li distilliamo da soli nel nostro corpo. Eliminarli dipende da noi; ma ci può essere un catalizzatore che per me è il cammino.

Dagli 819 metri del Rifugio Pornito la strada cede il posto a un agevole e panoramico sentiero di pellegrinaggio aperto sul Golfo di Gaeta, dal quale nembi assaltano inutilmente la montagna.

Fra sbuffi pastello e cespugli di salvia e di elicriso, sfilo sotto la formidabile parete calcarea della Roccia Laolatra e sono all’Eremo di San Michele Arcangelo, con la sua piccola chiesa rupestre incastonata in una parete stillante di gocce sorgive.

Pochi minuti per i 1.252 del Monte Redentore, dove la statua del Cristo sorveglia benedicente un mare vicino. Un po’ di pane con i pomodori mentre enormi masse di cumuli incrociano simili a iceberg.

Il cammino solca ora un altopiano di brulle pietraie e come svalico il crinale dalla bassa macchia mediterranea passo agli svettanti faggi.

Una sterrata percorre placida il sottobosco ormai invernale, poi dalla Fontana di Canale il cammino si fa più indistinto fino alla luminosa Forcella di Fossa Juanna. La Meta innevata si staglia all’orizzonte ed io salgo finalmente ai 1.533 metri del Monte Petrella. Nuvole, sole, fatica e quiete per il corpo e per lo spirito.

Il cammino è ora disagevole, ma tutto intorno a me è così bello che non me ne importa nulla. Svalico i 1.498 metri del Monte Campetelle e sono allo splendido balcone del Monte Sant’Angelo.

Il sole si approssima alla liquida linea dell’orizzonte ed io ho ancora lungo cammino da compiere. Fino a questo momento non ho incrociato nessuno e ora incontro poche persone, ma tutte hanno qualcosa da dire.

Tonino, solitario: parliamo a lungo di Majella, ignari dei tragici accadimenti di queste ore. Ecco poi Mauro e Francesco, amanti del bushcraft, e Alessandro, pastore di Itri che con le sue centro capre scende dalla montagna. “È una vita di sacrifici, ma vivo libero all’aria aperta” mi racconta mentre mi accompagna per un tratto fra gli scampanii del gregge. E poi un signore col sigaro: “Abito a Formia, ma appena ho qualche ora vengo quissù e sto bene”. Mi offre un passaggio, ma io gli mostro la mia pipa.

Con il Redentore che arrossa alle mie spalle, mi avvio fra sbuffi di fumo in un’oscurità sempre più densa, rischiarata dalle stelle e da una luna araba. La costa risplende delle sue luci, le isole si accendono all’orizzonte, ma io non ho paura.

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