Monte Navegna
Quota 1.508 m
Data 15 febbraio 2014
Sentiero segnato
Dislivello 822 m
Distanza 13,83 km
Tempo totale 5:32 h
Tempo di marcia 4:09 h
Cartografia Il Lupo Lucretili
Descrizione Da Varco Sabino (705 m) per il Fosso della Montagna, Certo Piano (1.055 m, +50 min.), le Forche (1.135 m, +20 min.), Colle Mogano (1.278 m, +37 min.), Monte Navegna (+30 min.), l’Immagine (1.095 m, +1,07 h) e Varco Sabino (+45 min.).
Monte Navegna, 15 febbraio 2014. Quando circa quindici anni or sono, nel 1998, ero salito per la prima volta sul Navegna, non ne avevo ricevuto una buona impressione e alla fine non avevo conservato alcun ricordo puntuale dell'escursione.
E invece è una bella cima, che a dispetto della non eccelsa quota, emana sentori di montagna vera, in un ambiente solitario alto sull'articolato territorio del Lago del Turano.
Sono appena passate le 8 quando con Andrea ci mettiamo in cammino dall’isolato borgo di Varco Sabino lungo una comoda e noiosa carrareccia che senza soverchi sforzi ci conduce pressoché rettilinea al valico di Certo Piano. Il cielo è uggioso e tutto l'ambiente, dagli alberi rugginosi ai colori bigi, porta con sé le tracce dell'inverno. Ancora pochi minuti ed eccoci al bel pianoro de Le Forche, dove pascolano giocondi alcuni ciuchini e dove finalmente la strada si fa sentiero.
Senza difficoltà aggiriamo la conca e ci affacciamo sull’ampia dorsale che ci spalanca la vista sullo specchio artificiale e ramificato del Turano, con il suo appollaiato abitato di Castel di Tora proprio sotto di noi. Il Cervia, il Pellecchia, il Serrapopolo e il più lontano Soratte accompagnano la nostra ascesa, mentre scavalchiamo agili i 1.278 metri di Colle Mogano e iniziamo l’unica vera ma breve salita per la vetta.
Salutiamo la sua croce e seguiamo una processione di faggi danzanti verso un remoto laghetto pastorale, sulle cui rive ci allochiamo per il desco. Una lieve brezza gelida non consiglia di indugiare in fumo e riprendiamo il cammino alla ricerca di un luogo acconcio.
Il Lago del Turano accompagna la dorsale boscosa del nostro cammino ed ecco finalmente una radura protetta e assolata dove dare fiato ai nostri sigari, che ardono gustosi nel meriggio invernale.
Riprendiamo il sentiero verso Vallecupola, intercettando una fangosa carrareccia che ci conduce tranquilli di nuovo a Varco Sabino, appagati dall'agevole e paesaggistica camminata, ma ormai desiderosi di tornare alla grande sulle terre alte.