Monti Invisibili
Monte Foltrone e Gole del Salinello
Quota 1.718 m
Data 25 maggio 2021
Sentiero segnato
Dislivello in salita 1.317 m
Dislivello in discesa 1.485 m
Distanza 20,55 km
Tempo totale 10 h
Tempo di marcia 8:48 h
Cartografia Monti Gemelli
Descrizione Da Battaglia (719 m) per la Sorgente delle Trocche (888 m, +22 min.), Monticchio (1.442 m, +1,47 h), Colle Pian dell’Oro (1.570 m), Monte Foltrone (1.718 m, +1,40 h), la fonte della S.P. 52 (905 m, +1,52 h), Macchia da Sole (910 m, +40 min.), la Sella di Castel Manfrino (940 m, +20 min.), le Gole del Salinello (605 m, +1,07 h), la Grotta di Sant’Angelo (578 m, +50 min.) e il parcheggio delle Ripe (590 m, +10 min.). Splendida e varia escursione in ambiente impervio e di ardua camminabilità.
044 Grotta di Sant'Angelo
042 Grotta di Sant'Angelo
041 Grotta di Sant'Angelo
040 Gole del Salinello
039 Gole del Salinello
037 Gole del Salinello
036 Gole del Salinello
035 Gole del Salinello
034 Verso le Gole del Salinello
032 Orapi
031 Discesa dal Foltrone
030 Monte Foltrone
029 Monte Foltrone
027 Verso Monte Foltrone
026 Montagna dei Fiori
025 Monti Sibillini
024 Monte Vettore
022 Verso Colle Pian dell'Oro
021 Monti della Laga
020 Verso Colle Pian dell'Oro
018 Verso Colle Pian dell'Oro
017 Verso Colle Pian dell'Oro
016 Linda
015 Verso Colle Pian dell'Oro
014 Monticchio
012 Monticchio
011 Monticchio
009 Peonia officinalis e Zoe
008 Peonia officinalis
007 Verso Monticchio
006 Verso Monticchio
004 Verso Monticchio
003 Verso Monticchio
002 Battaglia
001 Battaglia
Monte Foltrone, 25 maggio 2021. Dei sensi la vista è forse quello più banale, eppure – e aggiungo, a ragione – è quello cui riserviamo maggiore importanza, quello la cui perdita conduce a un maggior grado di esclusione dal mondo.
Da quando, infatti, siamo stati in grado di elaborare un singolo fotone di luce, ci siamo adoperati per integrare questa informazione nella nostra realtà esperienziale: per schivare pericoli, per cogliere opportunità. Questo ci ha condotto però a una valutazione acritica di quanto percepiscono i nostri occhi: quello che vediamo è; circostanza che invece in larga misura non accade con gli altri sensi che richiedono una maggiore elaborazione per scoprire cosa stiamo udendo, annusando, tastando, gustando.
Poi però è nata l’arte e anche la vista è diventata interpretazione e valutazione di spazi e figure, in un’ottica soggettiva e non più oggettiva.
Ecco, credo che con il paesaggio si possa fare lo stesso, cercando di andare oltre l’esteriorità dell’apparenza per cogliere quanto di più profondo quelle visioni di vette, di valli, di boschi possano riverberare nel nostro animo, in un soggettivismo della conoscenza nel quale l’oggetto conosciuto non può più prescindere dal soggetto conoscente.
D’altronde avverto che negli ultimi anni si è avviato su questo cammino anche il mio approccio alla fotografia: da un pieno realismo alla ricerca dell’effetto pittorico, cercando di mostrare quello che c’è dentro più che quello che c’è fuori.
E un’esaltazione della vista, nel senso descritto, è stata questa nuova profonda immersione negli ambienti dei Monti Gemelli – avamposto orientale del Parco Nazionale del Gran Sasso – condotta anche questa volta sapientemente dagli altri due cialtroni Francesco e Leonardo, senza dimenticare Linda e Zoe.
Se l’altra volta avevamo esplorato la Montagna dei Fiori, oggi ci siamo concentrati sulla Montagna di Campli, scendendo poi nelle incise Gole del Salinello che le separano.
Escursione caratterizzata da una gran varietà di visioni e di ambienti che hanno vellicato il gusto dell’occhio; ma anche da un cammino faticoso e spezzato, su sentieri che sono in gran parte tali solo sulla carta, ma che in realtà sono piste sconnesse che attaccano dritte i ripidi fianchi di una montagna che a dispetto della quota ha sapori di altitudini maggiori.
A iniziare da viste sprofondanti su ripidi versanti che si librano via poi sulle lunghe catene della Laga e dei Sibillini.
E se si sale traballanti su tracce accennate fino ai 1.442 metri della panoramica terrazza del Monticchio, e poi ai 1.718 dell’altro gemello Monte Foltrone, si scende ancora più malfermi su balze terrose e sdrucciolevoli orme, con un caldo che fa girare la testa fino a desiderare d’immergerla nelle fresche acque di una fonte.
Tre chilometri di asfalto giungono quindi a rinfrancare il passo e da Macchia di Sole è tempo di cambiare ancora viste e scenari, scendendo (e risalendo più volte in verità), alle rombanti acque del Salinello che si aprono la via fra alte pareti baciate dal fiume da sponda a sponda.
Non ancora appagati da tante visioni, all’uscita delle gole troviamo il modo di scavalcare un muro per entrare nella Grotta di Sant’Angelo, una grande cavità rupestre abitata dal neolitico fino ai romitaggi medievali.
Gambe doloranti e occhi pieni ci conducono infine a casa di Leo per fiumi di birra, gricia e arrosticini, prima di ritirarci nelle coltri coi sogni popolati di tante visioni.
Domani è un altro giorno e si vedrà.