Monte del Campitello
Quota 2.014 m
Data 5 novembre 2011
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 823 m
Distanza 15,54 km
Tempo totale 5:15 h
Tempo di marcia 4:33 h
Cartografia Il Lupo Parco Nazionale d'Abruzzo
Descrizione Da Bocca di Pantano (1.554 m) per lo Stazzo di Ziomas (1.590 m, +34 min.), Monte del Campitello (2.014 m, +1,07 h), la stele di Giovanni Paolo II (1.740 m, +44 min.), Monte Godi (2.011 m, +44 min.), Passo Godi (1.547 m, +1,13 h) e la macchina (+11 min.). Giornata nuvolosa, con nebbia e leggera pioviggine.

023 Verso passo Godi

022 Verso passo Godi

021 Verso passo Godi

019 Verso passo Godi

018 Verso passo Godi

017 Quota 1985

011 Quota 1985

010 Monte Godi

009 Stele Giovanni Paolo II

007 Stele Giovanni Paolo II

004 Monte del Campitello

002 Verso lo stazzo di Ziomas

001 Verso lo stazzo di Ziomas
Monte del Campitello, 5 novembre 2011. Questa volta è passato molto tempo, più di un mese, dall’ultima camminata e non riesco a esprimere quanto mi sia mancata una boccata di natura. Il meteo non prometteva bene, ma ho deciso di forzare, che con gli impegni familiari se si vuole per forza imbroccare la giornata buona, a camminare non ci si va più. Così mi sono inoltrato in solitaria nel Parco Nazionale d’Abruzzo, da Bocca di Pantano, lungo una comoda carrareccia pressata sotto un tetto di nubi. Una tenue pioviggine, lungi da arrecare disturbo, rende il paesaggio ancora più suggestivo, con alberi rugginosi confusi nella nebbia, fra i quali spiccano ancora rare chiome autunnali. Se durante l’estate è un profluvio di odori che il sole distilla da piante, rocce e pelle, in questa stagione domina quello della terra: un odore buono, ricco nonostante tutto di humus e di vita.
Allo stazzo di Ziomas vengo assalito da un gregge di cani pastore, che dopo una buona dose di carezze mi lasciano andare per la mia strada. Inizio a inerpicarmi deciso verso i 2.014 metri del Monte del Campitello. Io salgo, le nuvole scendono, e quando giungo in cima sono immerso in un’ovatta che sfuma i contorni e rende indistinte le vette.
Riparto subito lungo la ripida cresta, per giungere in breve alla serra che chiude il Ferroio di Scanno, dove vigila la stele che ricorda le segrete visite di papa Giovanni Paolo II: contemplo nel silenzio la stessa solitaria meraviglia e una preghiera di ringraziamento sorge spontanea dalle mie labbra.
E ora via verso monte Godi. La salita è ripida ma breve e in vetta sono di nuovo immerso nei nembi, con rari squarci di sole che illuminano in mondo lontano. Una breve cresta sassosa, valli dorate nascoste fra le nuvole e sono di nuovo in un bosco autunnale che, passo dopo passo, mi reca a valle, a una birra e a una pipa, che arde placida nell’umidità di questa giornata autunnale.