Monte a Mare
Quota 2.160 m
Data 23 marzo 2013
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 780 m
Distanza 13,63 km
Tempo totale 6:44 h
Tempo di marcia 5:46 h
Cartografia Il Lupo Parco Nazionale d'Abruzzo
Descrizione Da Prato di Mezzo (1.430 m) per fonte Fredda (1.681 m, +1,12 h), il passo della Crocetta (1.845 m, +22 min.), monte a Mare (2.160 m, +1,38 h), il passo dei Monaci (1.967 m, +1,04 h), il vallone della Meta e Prato di Mezzo (+1,30 h). Giornata assolata con ampia visibilità e innevamento abbondante e compatto dai 1.400 metri.
Monte a Mare, 23 marzo 2013. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, si sa, è il terreno di gioco prediletto per chi desideri camminare a lungo immerso in una natura sconfinata e selvaggia; ma il suo lembo più meridionale, le Mainarde, esalta vigorosamente questa particolarità, con incisi valloni boscosi, pianeggianti enclavi fiorite o innevate, una lunga e scenografica balconata rocciosa che dal Monte Mare si affaccia sul Molise, lanciandosi verso nord attraverso l’elegante Meta fino alle lontane elevazioni del mitico Petroso. Inoltre c’è anche la distanza che, unita a collegamenti stradali non propriamente lineari, rende per noi romani questo territorio una sorta di Shangri-La, mitico e irraggiungibile.
E allora chiedo all’amico Alessandro Caira, fine conoscitore della zona, di portarmi nuovamente a calcare quei sentieri, con la neve questa volta; con noi Renato Vitti da Settefrati, che dall'alto della sua sessantina tiene comunque egregiamente il micidiale passo di Alessandro.
Da Prato di Mezzo ci lanciamo sotto un sole radioso e con un innevamento abbondante e compatto nella parte più profonda di questa selvaggia regione. Uno spesso manto livella ogni asperità, ogni masso, rendendo evidente la sua profondità nei brevi tratti dove l'acqua ha iniziato a sciogliere l'inverno per aprire la strada alla primavera.
La poderosa parete del Forcellone e i pinnacoli rocciosi del Predicopeglia incombono eleganti e screziati, mentre ci approssimiamo ai 1.845 metri del valico della Crocetta. La neve si fa molle e calziamo le ciaspole, prima volta per il sottoscritto, che sperimenta finalmente come camminano gli anatidi.
Novelli paperotti ci inoltriamo con agilità (si fa per dire) fra valloncelli e crinali che ci recano presto sulla cresta sotto le Coste dell'Altare, dove lo sguardo precipita (per poco insieme a Renato) verso la piana molisana, il vicino lago di Castel San Vincenzo e il prossimo Miletto. Un ultimo sforzo sotto un vento teso ci deposita in vetta ai 2.160 metri del Monte a Mare, dove la vista si apre anche verso il Greco, la Majella e la remota ma nitida costiera del Gran Sasso.
Candide cornici si arricciano armoniose verso l’orientale strapiombo che costeggiamo lesti verso i 1.967 metri del Passo dei Monaci dove, mentre il sole continua inesorabile ad arrostirci la faccia, consumiamo il nostro frugale pasto, discorrendo di altre vette, di altri sentieri.
E' tempo di tuffarci nel Vallone della Meta, luogo prediletto per i fulmini, come testimoniano i contorti e bruciacchiati tronchi dei faggi. Qualche capitombolo nella neve fonda e presto siamo di nuovo ai Prati di Mezzo, cotti e soddisfatti di questa vitale giornata di libertà.