Monti Invisibili

Cima dei Biscurri (La Vedetta)
Quota 2.007 m
Data 20 ottobre 2012
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 926 m
Distanza 17,37 km
Tempo totale 8:37 h
Tempo di marcia 7:17 h
Cartografia Il Lupo Parco Nazionale d'Abruzzo
Descrizione Dal valico di Barrea (1.168 m) per il sentiero K3 fino al guado di quota 1.219 (+1 h), il guado di quota 1.314 (+17 min.), la valle Porcile cercando inutilmente la Grotta dello Schievo, l’uscita sulla Valle Lunga con il riaggancio col K3 (1.840 m, +1,55 h) e la vetta (+1 h). Ritorno per il sentiero L1 fino al guado di quota 1.219 (+2,15 h) e il valico di Barrea (+50 min.). Giornata splendida con ottima visibilità. Avvistati branchi di cervi in Valle Lunga e un camoscio sotto Cima dei Biscurri.
 
07 biscurri log

Traccia GPS

08 biscurri dislivello
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019 Sotto cima Biscurri

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018 Sotto cima Biscurri

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017 I Biscurri

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016 Cima Biscurri

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015 Da cima Biscurri

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014 Lago Vivo

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013 Verso cima Biscurri

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011 Valle Lunga

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010 Valle Lunga

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009 Valle Lunga

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008 Valle Lunga

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004 Rio Torto

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003 Rio Torto

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001 Monte Greco

Cima dei Biscurri, 20 ottobre 2012. “Due o tre ore di cammino mi possono condurre nel luogo più straordinario che mi sia mai accaduto di ammirare. Una fattoria isolata, mai vista prima, può avere lo stesso fascino dei domini del Re del Dahomey”. E come scrive il teorico americano della vita nei boschi, poche ore di cammino ci hanno immerso in una natura poderosa e selvaggia, popolata di cervi e di camosci e ammantata dei magici e sbuffanti toni dell'autunno.
Ero già passato per queste valli un anno or sono, durante la traversata delle Mainarde e la successiva conquista del Petroso, subendo il fascino della grandiosità e della solitudine dei luoghi; e così mi è sembrato il caso di tornarci, trascinando con me l'accondiscendente Santa, tornato camminatore dopo il lungo periodo di pigrizia. La scusa, quella della conquista dei 2.007 metri della Cima dei Biscurri, non ancora in elenco ma che forse lo sarà, condita dalla ricerca della mitica Grotta dello Schievo, che al suo interno dovrebbe celare le sorgenti del Rio Torto.
Dunque l'odore della rugiada del mattino luccica sotto il primo sole, quando dal valico di Barrea ci avviamo per una placida carrareccia contornata da alberi color pastello. Poco più di un’ora per il guado di quota 1.314, dove lasciamo la retta via per lanciarci alla scoperta del roccioso e disseccato alveo del Rio Torto. Pareti strapiombanti, arditi passaggi, scalette di pietra e foglie scivolose, ma della segreta grotta neanche l'ombra. Quando emergiamo finalmente sulla Valle Lunga, la delusione è compensata da numerosi branchi di cervi che fuggono lesti al nostro apparire. Tempo di una sosta per ammirare questo roccioso mondo che dal Petroso arriva la Tartaro e riprendiamo a marciare inesorabili verso la nostra meta ormai visibile. Un cervo dal grande palco sfila proprio vicino a noi e presto iniziamo la breve salita verso i 2.007 metri della vetta, dove abbracciamo un panorama sconfinato avvolto nelle spire di una pipa e di un toscano.
Un solitario camoscio ci saluta nella nostra discesa verso il bosco. Qualche tedioso tratto sassoso e ci rinfranchiamo già nella placida ombra autunnale della foresta. Discorsi virili, qualche confidenza e siamo già al valico con una sola idea in mente: birra e coca cola.
 
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