Monti Invisibili
Monte Rotondo per la Cengia dei Fiumarelli
Quota 2.102 m
Data 23 luglio 2022
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.155 m
Distanza 12,90 km
Tempo totale 7:55 h
Tempo di marcia 6:12 h
Cartografia CAI Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Descrizione Da Casali (1.080 m) per la Croce di Casali (1.123 m, +10 min.), la fonte di quota 1.296 (+25 min.), la Cengia dei Fiumarelli, le due Cascate di Fosso la Foce (1.470 m, +1,07 h), la ripidissima salita per la Costa dell’Asino, la Forcella e il Rifugio del Fargno (1.811 m, +2,10 h), Monte Rotondo (2.102 m, +57 min.), la fonte di quota 1.688 (+38 min.), la fonte di quota 1.296 (+25 min.) e Casali (+20 min). Escursione impegnativa e spettacolare, soprattutto sulla Cengia dei Fiumarelli, con traccia evidente e camminabile ma prima e dopo le cascate molto esposta. Avvistati un camoscio e un capriolo. Giornata molto calda.
057 Casali Sara e Marco
055 Cengia dei Fiumarelli
054 Verso fonte 1.688
053 Da Monte Rotondo
052 Strada verso Pintura
051 Verso Monte Rotondo.
050 Rifugio del Fargno
049 Rifugio del Fargno
048 Forcella del Fargno
047 Costa dell'Asino
046 Costa dell'Asino
045 Cengia dei Fiumarelli
044 Cengia dei Fiumarelli
043 Monte Bove Nord
042 Monte Bove Nord
041 Cengia dei Fiumarelli
040 Cengia dei Fiumarelli
039 Fosso la Foce
038 Fosso la Foce
037 Fosso la Foce
035 Fosso la Foce
034 Fosso la Foce
033 Fosso la Foce
032 Fosso la Foce
030 Fosso la Foce
029 Fosso la Foce
028 Fosso la Foce
026 Cengia dei Fiumarelli
025 Cengia dei Fiumarelli
024 Cengia dei Fiumarelli
023 Monte Bove Nord
021 Cengia dei Fiumarelli
018 Cengia dei Fiumarelli
017 Cengia dei Fiumarelli
016 Cengia dei Fiumarelli
015 Cengia dei Fiumarelli
013 Cengia dei Fiumarelli
012 Cengia dei Fiumarelli
011 Inizio Cengia dei Fiumarelli
010 Inizio Cengia dei Fiumarelli
009 Inizio Cengia dei Fiumarelli
007 Monte Bove Nord
006 Echinops
005 Echinops
003 Fonte quota 1296
002 Monte Bove Nord
001 Verso fonte 1.296
000 Fiumarelli dislivello
Cengia dei Fiumarelli, 23 luglio 2022. Un’aria calda e immota allo zenit di un’estate, il mondo in bilico su un crinale cereo e torrido, un’atmosfera di attesa verso l’inevitabile cambiamento. Cambiamento di clima che tutti attendiamo, quasi preludio di un miglioramento delle nostre esistenze.
Eppure l’uomo teme il cambiamento ed eviterebbe con piacere questo salto nel buio, perché ha da sempre fatto esperienza di un abituale peggioramento al suo verificarsi. Ma d’altra parte ne è attratto: il cambiamento è ovunque intorno a noi, nelle ore, nei giorni e nelle stagioni, e anche di queste ultime le preferite non sono quelle statiche dell’inverno e dell’estate, ma quelle che racchiudono un mutamento, come la primavera e l’autunno.
E anche Blaise Pascal osservava: “La nostra natura è nel movimento; la quiete assoluta è la morte”. E il movimento è trasformazione.
Dobbiamo allora scuotere questo tempo fermo, con un sussulto fisico ed emotivo, alla faccia del caldo e delle lunghe ore di guida (per tacer del costo del carburante) da trascorrere però con l’amico Enrico e soprattutto con l’amica Sara che questo percorso sibillino ha scovato. Sibillino per collocazione territoriale e per difficoltà di decifrazione dell’ardita cengia che incide appena il fianco meridionale del Monte Rotondo.
Il sole colpisce subito giù duro mentre saliamo per il dirupato versante, che presto però ci dona il fiotto fresco di una fonte con vista sul dolomitico versante settentrionale del Monte Bove.
Tracce invisibili fra spinosi cardi; ripido cammino su sconnessi massi: e ci affacciamo finalmente sul mondo che cerchiamo, con traccia flebile ma ora nitida.
Sotto lo sguardo curioso di un camoscio entriamo in punta di piedi in un territorio magico e verticale, di affacci vertiginosi che si librano lontani fin su tutta la caligine della Val di Panico. Cammino prudente sul ciglio dello strapiombo, ma c’è sempre spazio per passare, fra torrioni e speroni che si gettano nella valle.
Una stretta svolta e senza preavviso la montagna c’invita al suo interno, mettendoci prima alla prova su esili passaggi a fil di precipizio. E siamo nel cuore della montagna, fra le due cascate gemelle di un mondo da fuori invisibile, dove ancora l’acqua rivola lieve e il nostro stupore con lei.
La cengia continua contorta sempre sul bordo della parete e man mano si addolcisce verso la Costa dell’Asino, dove un’ora di ripidissimo cammino senza sentiero sotto il meridionale sole di mezzogiorno, mette alla prova il nostro animo.
Con una brezza calda ma ristoratrice siamo alla brutalità ottagonale del Rifugio del Fargno, dove all’ombra delle mura consumiamo pasto, sberleffi e ciarle, oltre per buona misura a una coca-cola.
L’assolata costa del Monte Rotondo sega le gambe ma con tigna ne raggiungiamo la cima, ammirando ormai sereni la complessa orografia sibillina.