Monti Invisibili

Anello della Sibilla per gli imbuti

Quota 2.173 m

Data 1° luglio 2022

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 1.010 m

Distanza 14,30 km

Tempo totale 7:40 h

Tempo di marcia 6:50 h

Cartografia CAI Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Descrizione Dal Rifugio Sibilla (1.540 m) per la Sella di Monte Zampa (1.785 m, +26 min.), l’inizio del sentiero degli imbuti (ometto, 1.770 m, +3 min.), l’Imbuto di Meta (1.560 m, +1,20 min.), l’Imbuto delle Vene o Imbuto della Sibilla (1.460 m, +54 min.), i ruderi del Casale Lanza (1.569 m, +45 min.), il Sentiero del Meschino, i ruderi del Casale della Sibilla (1.886 m, +53 min.), la Sella del Meschino (2.129 m, +36 min.), Monte Sibilla (2.173 m, +38 min.), la Grotta delle Fate o della Sibilla (2.150 m), la Sella di Monte Zampa e il rifugio Sibilla (+1,15 h). Escursione impegnativa in ambiente solenne e selvaggio su antica traccia pastorale. Sentiero degli imbuti a tratti marcato, in altri assente o coperto di falasco, con punti di moderata esposizione. Corona della Sibilla attrezzata con solida catena. Avvistati una lepre e un camoscio. Giornata molto calda.

Mappa Sibilla

Traccia GPS

Piedilama

040 Piedilama

Gregge

039 Gregge

Gregge

038 Gregge

Monte Sibilla

037 Corona della Sibilla

Grotta della Sibilla

036 Grotta delle Fate

Monte Sibilla

035 Monte Sibilla

Imbuto delle Vene

034 Imbuto delle Vene

Imbuto delle Vene

033 Imbuto delle Vene

Monte Sibilla

032 Monte Sibilla

Monte Sibilla

031 Cresta della Sibilla

Casale Lanza

030 Casale Lanza

Casale Lanza

029 Casale Lanza

Gole dell'Infernaccio

028 Gole dell'Infernaccio

Monte Priora

027 Monte Priora

Sentiero degli Imbuti

026 Sentiero degli Imbuti

Valle del Tenna

025 Val Tenna

Imbuto della Sibilla

023 Imbuto delle Vene

Imbuto della Sibilla

022 Imbuto delle Vene

Imbuto della Sibilla

021 Imbuto delle Vene

Gole dell'Infernaccio

020 Gole dell'Infernaccio

Imbuto di Meta

019 Imbuto di Meta

Imbuto di Meta

018 Imbuto di Meta

Farfalla Dafne

016 Farfalle Dafne

Gole dell'Infernaccio

015 Pizzo Berro e Monte Priora

Sentiero degli Imbuti

014 Sentiero degli Imbuti

Gole dell'Infernaccio

012 Gole dell'Infernaccio

Monte Sibilla

011 Monte Sibilla

Sentiero degli Imbuti

010 Sentiero degli Imbuti

Sentiero degli Imbuti

009 Sentiero degli Imbuti

Il Pizzo

008 Il Pizzo

Sentiero degli Imbuti

007 Inizio Sentiero degli Imbuti

Sentiero degli Imbuti

006 Monte Sibilla

Sentiero degli Imbuti

005 Sentiero degli Imbuti

Monte Vettore

004 Monte Vettore

Gole dell'Infernaccio

003 Infernaccio Berro e Priora

Sentiero degli Imbuti

002 Cresta della Sibilla

Rifugio Sibilla

001 Rifugio Sibilla

Sibilla dislivello

000 Sibilla dislivello

Anello della Sibilla, 1° luglio 2022. Adoro la natura e la montagna, ma ogni anno, quando giunge questo periodo di caldo intenso, vengo preso da una sorta di stanchezza e non riesco più a cogliere – nel mazzo delle escursioni pianificate – quella che mi aggradi intraprendere.

È come se, dopo mesi di uscite, avessi consumato le suole del mio cervello che abbisognano ora di tempo per potersi rigenerare. Ma in questo sentimento una parte rilevante ha l’automobile: al di là delle sacrosante considerazioni ambientali ed economiche, mi dà proprio la nausea guidare per ore, prima e dopo una faticosa camminata.

Ma come avrei potuto vivere altrimenti la meraviglia dell’avventura odierna, lungo le orme di una segreta traccia pastorale nel magico ma lontano gruppo dei Monti Sibillini? Il nostro Appennino è infatti praticamente irraggiungibile con i mezzi pubblici, a meno di non disporre di risorse di tempo vaste e poco compatibili con gli impegni di una vita familiare e lavorativa.

E allora ecco che mi condanno a tre ore e mezzo al volante – sola andata – per raggiungere i 1.540 metri del serrato Rifugio Sibilla, dove prenderà l’avvio questa avventura.

Il sole morde già quando poggio gli scarponi sul pendio. Passo lesto per la Sella di Monte Zampa dove, in bilico fra l’ombra e la luce, mi si spalanca tutto il selvaggio e tormentato versante nord della Sibilla che oggi dovrei cercare di percorrere e che è detto anche “degli imbuti” per la morfologia dei fossi che precipitano dalla montagna dentro le Gole dell’Infernaccio.

Pochi metri e devio per una traccia appena accennata, della quale avevo avuto un vago sentore ammirando questo fianco mentre due anni fa salivo verso il Monte Priora.

Inizio a tagliare l’impervio versante con un cammino in saliscendi che procede tutto sommato agevole, poggiato alto sui grandi pilastri che come costole di una balena precipitano nella forra. Rarissimi ometti punteggiano un percorso spesso palese, che a volte si perde nel falasco e che porta comunque in più punti l’evidenza della mano regolatrice dell’uomo.

Fazzoletti di orapi in abbarbicati stazzi, punti di passo scorrevole si alternano a moderate esposizioni, ma più spesso ancora il vuoto lo avverti vicino senza vederlo.

Un camoscio fischia via ed io perdo quasi la traccia scendendo per un bosco ripido. Entro nell’Imbuto di Meta, ancora ingombro di neve, e risalgo finalmente il costolone che come un pulpito si accentra sull’enorme Imbuto delle Vene, o della Sibilla, dove ancora scorrono gli ultimi rivoli del disgelo. Sotto le precipiti gole, di fronte la Cengia delle Ammoniti, sopra il Priora e il Berro, in lontananza l’Adriatico sfuma nella caligine.

La traccia si perde di nuovo mentre scivolo ripido sul fondo dell’imbuto. Finalmente il percorso si regola e dopo una sosta rigenerante all’ombra di un bosco, giungo ai ruderi del Casale Lanza, galleggiante in un mare di orapi ormai secchi e coriacei.

Il caldo inizia a tormentare feroce e i seicento assolati metri da risalire non promettono nulla di buono. Il sole è una tenaglia alla testa, bevo senza ritegno in un mare di sudore mentre percorro il sentiero nella leggenda intrapreso dal Guerrin Meschino per andare a incontrare la Sibilla. Quando finalmente arrivo in cresta le gambe sono molli e mi sembra di respirare acqua.

Sul bordo degli imbuti percorsi poche ore fa, mordo con tenacia gli ultimi passi di aereo crinale; poche impervie roccette e sono sulla rosea vetta della Sibilla, dove però non c’è un refolo che possa lenire il calore.

Lungo la panoramica cresta riprendo il cammino con il chiodo fisso di una birra nella mente. Ma prima un tuffo nel fontanile del rifugio per riportare la mia temperatura a livelli compatibili con la vita.

Create Website with flazio.com | Free and Easy Website Builder