Monti Invisibili

Altopiano del Faito

Quota 1.536 m

Data 6 febbraio 2021

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 949 m

Distanza 17,53 km

Tempo totale 8:21 h

Tempo di marcia 6:56 h

Cartografia Il Lupo Simbruini

Descrizione Dalla Fonte della Suria (720 m) per il Fontanile del Faito (1.406 m, +2,20 h) e il vicino Rifugio pastorale del Faito (1.423 m, +5 min.), l’Entratura Valisa (1.480 m, +27 min.), la Roccia Valisa (1.536 m, +30 min.), di nuovo il Rifugio del Faito (+40 min.), le Vedute di Faito (1.488 m, +52 min.), Le Fontane (895 m, +1,38 h) e Fonte della Suria (+24 min.). Piacevole e faticosa escursione in massima parte in bosco innevato dall’orientamento complesso, con quota neve 1.150 metri e spessore neve di oltre un metro con impiego indispensabile delle ciaspole. Avvistati tre cervi.

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Traccia GPS

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024 Vedute di Faito

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023 Vedute di Faito

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022 Vedute di Faito

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021 Rifugio del Faito

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020 Me

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019 Fontanile del Faito

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018 Roccia Valisa

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017 Roccia Valisa

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016 Roccia Valisa

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015 Entratura Valisa

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013 Verso Entratura Valisa

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012 Verso Entratura Valisa

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011 Verso Entratura Valisa

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010 Dal Rifugio del Faito

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009 Fontanile del Faito

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008 Verso Rifugio del Faito

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007 Verso Rifugio del Faito

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006 Verso Rifugio del Faito

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005 Trevi nel Lazio

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004 Verso Rifugio del Faito

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003 Verso Rifugio del Faito

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002 Fonte della Suria

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001 Fonte della Suria

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000 Altopiano del Faito autunno

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000 Altopiano del Faito estate

Altopiano del Faito, 6 febbraio 2021. Procedo lieve e ansimante nel bosco innevato che si estende sconfinato e claustrofobico in tutte le direzioni. Passo su passo, albero su albero, lungo un antico sentiero pastorale, assolato e sassoso, ornato di radi muretti. Un tappeto di foglie secche emana aromatici sentori di tabacco inglese.

Se camminare in montagna amplia la visione e allontana il proprio io da sé, nel bosco la visione si restringe e lo sguardo diviene interiore.

Galleggio con le ciaspole su un metro di neve fra faggi ora secolari e sono sul bordo dell’Altopiano del Faito: grande piattaforma carbonatica a 1.500 metri di quota, ammantata da impenetrabili boschi e che precipita con fianchi scoscesi nella Valle dell’Aniene e in quella del Simbrivio.

Valli nascoste e faggi giganteschi e sono alle tintinnanti acque della Fonte del Faito. Mi avvio nella riserva integrale, in un mondo avvolto in un armonico sudario bianco, massi invisibili come curve di Gauss, rami onusti si protendono in un silenzio foderato, rotto da tre giovani cervi galoppanti. Incedo lento e inesorabile; mi sovviene la lunga ciaspolata di Caccia selvaggia, con Charles Bronson e Lee Marvin.

Nei miti, in montagna c’è un solo cattivo che ti attende per ucciderti, ma oltre le montagne c’è sempre la libertà. I boschi invece pullulano di spiriti malvagi che si celano fra radici e caverne, ma anche di fate ed elfi pronti a soccorrerti.

L’ambiente si fa sempre più chiuso e solitario, mettendo a dura prova l’orientamento.

Ci sono luoghi che visito solo per la bellezza del nome. Ecco Entratura Valisa, una sorta di valico boscoso che dall’altopiano scende verso la valle di Filettino. Scavalco con difficoltà strani treni rocciosi coperti di neve e giungo alla Roccia Valisa, un masso che si sporge verso la precipite valle. Le bianche cime del Cotento e del Viglio baluginano fra gli alberi.

Torno sui miei passi e al Rifugio del Faito il fumo della mia radica s’innalza nel volo di due rapaci.

Riprendo il cammino e sono ai 1.488 metri delle Vedute di Faito, uno dei pochi punti aperti della giornata. E mi rituffo nella foresta per chiudere questa lunga avventura nel cuore bianco e silenzioso dei Simbruini.

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